CAPITOLO 2-METEOROLOGIA MARINA

Andare per mare, sia da terra che con un natante, deve necessariamente presupporre un minimo di conoscenza dei fenomeni meteorologici legati ai movimenti dei venti e delle acqua.

Se andare al largo con un natante presume da parte del navigante la conoscenza dei bollettini, la loro elaborazione, l’individuazione precoce della situazione di rischio, per chi si reca a pescare da terra i pericolo sono sicuramente minori ma non mancano. Anche alcune situazioni apparentemente tranquille, come lo stare in spiaggia, possono nascondere pericoli; un temporale che si sviluppa all’orizzonte può in poco tempo raggiungerci e già le cariche elettrostatiche potranno fortemente infastidirci nell’impugnare le canne, di qualsiasi materiale esse siano, poi se iniziano a cadere fulmini tra cielo e terra allora è il caso, prima che questi ci raggiungano, di metterci al sicuro fino a rinunciare alla battuta di pesca.

Altre situazioni apparentemente innocue possono generare pericolo; ci trovavamo sulla spiaggia della Marmorata in Gallura, spiaggia che si raggiunge attraverso una discesa abbastanza ripida. Sorpresi da un nubifragio improvviso ci trovammo nella situazione, risolta poi favorevolmente, di trovarci con mare montante che invadeva la spiaggia e le acque pluviali che dalla scoscesa discesa invadevano dalle nostre spalle l’arenile; eravamo con le gambe in acqua, con gli stivali solo d’impaccio senza capire se i piedi erano in ammollo in mare o nell’acqua pluviale.

Dunque un minimo di nozioni dovremo conoscerle e saper distinguere almeno tra un’area di alta pressione da una di bassa, sapere che l’alta pressione porta spesso tempo bello e stabile e saper anche che, specie nelle stagioni autunnali ed invernali, il riempimento barico che avviene nel passaggio da una situazione di bassa ad una di alta pressione, genera dei venti, spesso anche molto sostenuti.

E non tutte le alte pressioni sono foriere di bel tempo, ad esempio le alte pressioni siberiane tipiche dell’inverno, spesso provocano un blocco barico, ovvero un blocco delle masse d’aria con scarsa ventilazione che genera spessissimo fitta nebbia anche in riva al mare; in questo caso la nebbia rappresenta un pericolo sia per la navigazione sia che per gli spostamenti via terra.

Dovremo imparare a conoscere la differenza tra una circolazione ciclonica, che porta cattivo tempo ed una anticiclonica che porta bel tempo. A secondo del posto in cui ci troviamo dovremo imparare a leggere i bollettini ed imparare i moti di rotazione del vento in entrambi i casi. Giusto ad esempio, se ci troviamo in autunno sulla costa del basso Tirreno, l’arrivo di una perturbazione atlantica provocherà inizialmente un richiamo o meglio un risucchio di masse d’ aria calda ed umida dalle coste africane ed avremo inizialmente scirocco che poi girerà a libeccio, spesso devastante per quella costa, per poi girare verso la coda della perturbazione a ponente e poi a maestrale che chiuderà la fase perturbata; ma se nella stessa situazione ci troveremo ad esempio in Adriatico la rotazioni dei venti non sarà affatto analoga ed avremo spesso venti tra il levante ed il grecale con chiusura in tramontana.

Comunque cercando di fornirvi gli strumenti più validi di interpretazione vi segnalo i vari siti meteo anche se quelli istituzionali sono i più affidabili.

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