Capitolo 1- MORFOLOGIA COSTIERA

La costa rappresenta la fascia di contatto fra le terre emerse e il mare. Il suo limite superiore è dato dalla linea di alta marea, quello inferiore dal limite della bassa marea.

Per spiaggia si intende la zona del litorale costituita da materiale sciolto che può subire movimento per azione del moto ondoso.

Per convenzione, la si considera estesa, verso terra, fino al limite raggiunto dalle onde di tempesta; verso il mare fino alla profondità corrispondente alla metà della lunghezza d’onda media durante le mareggiate ( profondità alla quale si ritiene che il movimento della sabbia sul fondo sia ormai modestissimo).

Si dice spiaggia intertidale la parte compresa tra il livello medio delle alte maree e il livello medio delle basse maree.

Si dicono Berme i gradini modellati, in parte per erosione in parte per accumulo, verso terra rispetto alla battigia .

Si dice Battigia il tratto inclinato della spiaggia su cui avviene il movimento alternato del flutto montante e della risacca.

Verso il basso la battigia può terminare con un gradino, situato là dove finisce il trasporto di sabbia della risacca.

Barre o Scanni o Secche sono rilievi allungati più o meno paralleli alla riva , che si formano nella spiaggia sommersa (o temporaneamente sommersa) per effetto in parte delle onde , in parte di correnti locali.

Dietro la spiaggia , all’asciutto sono frequenti le Dune costruite dal vento mediante l’accumulo di detriti.

I limiti superiore e inferiore della battigia si spostano a seconda dell’altezza delle onde e secondo le condizioni del momento del livello del mare in relazione con la marea.

La berma più alta indica il limite raggiunto dai flutti montanti nell’ultima situazione di mare grosso che abbia lasciato traccia sulla spiaggia .

La costa rocciosa può essere di vario tipo ovvero alta e bassa; classico esempio di scogliera alta sono quelle famose di Dover ma la stessa tipologia la ritroveremo in molti altri posti come a Bonifacio in Corsica o le scogliere della costa occidentale di S. Antioco in Sardegna. La stessa scogliera alta, generalmente presenta fenditure più o meno ampie che consentono l’avvicinamento alle acque che comunemente fin dai primissimi metri presentano profondità accentuate.

La scogliera bassa può essere di tipo naturale con rocce più o meno levigate nel tempo dalla forza dell’acqua, oppure di tipo artificiale come le tante scogliere poste a protezione di arenili o che proteggono le murate di porti o che spesso formano piccoli riparo per natanti. Le scogliere alte e basse possono poggiare a loro volta su diversi tipi di fondale, questi per lo più per qualche metro presentano ancora roccia per poi rarefarsi e presentare substrati a posidonia mista a fango, a tutto fango; molto spesso esse poggiano direttamente su fondali sabbiosi come ad esempio le scogliere di Polignano in Puglia che pur presentando spesso pareti del tutto verticali poggiano direttamente su fondali sabbiosi.

Per convenzione reputeremo nel corso della descrizione delle varie tecniche di pesca, le banchine portuali assimilabili alla scogliera bassa.

Andando verso il largo la profondità delle acque inizia ad aumentare fino a raggiungere profondità che nel Mediterraneo superano i 4000 metri. Anche negli abissi esiste vita con pesci in cui l’apparato visivo è del tutto assente o insignificante mentre sono molto più sviluppati altri sensi come ad esempio quello dell’olfatto.

La secca rappresenta il polo di attrazione e di concentrazione per molte specie ittiche ed essa altra non è che la sommità di rilievi sottomarini che magari partendo da profondità di 700- 800 metri hanno una “vetta” a 150 – 300 metri dalla superficie; ma anche per fondali meno accentuati, ad esempio di 70 – 80 metri, un rilievo del fondo che arriva a 20 – 25 metri dalla superficie rappresenta il cappello di una secca. Andando ancora verso terra, se ad esempio abbiamo un fondale di 15 – 20 metri ed un sollevamento fino a 2 – 3 metri dalla superficie parleremo di scogli semi affioranti, spesso segnalati poiché rappresentano un pericolo per la navigazione ma queste formazioni specie se presenti su fondali piatti ed a solo fango o solo sabbia, possono rappresentare un polo attrattivo per molte specie e sono assimilabili nelle funzioni di pesca a quella dei relitti sommersi che hanno più o meno la stessa funzione delle secche in quanto dopo un po’ di tempo, relitti di navi, di aerei, diventano tane o rifugio per pesci stanziali o solo di passaggio o da preda.

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