CAPITOLO 1

Mi chiamo Zephyros... e sono praticamente fottuto! Ho rovinato completamente la mia intera esistenza virtuale quando ho provato ad hackerare il server principale di Elysium, il mondo del gioco virtuale in cui vivo da quando sono nato. Ora, Rhadamanthus, il custode di Elysium, è pronto ad esiliarmi nel mondo reale, un posto che ho sentito nominare solo nelle storie mitologiche.

“Mi appello al verdetto." Esclamo, mentre il mio avatar è in piedi, al posto dell'imputato. È nella sua forma base, privo di espansioni. Ha addosso solo gli abiti che aveva con sé, spogliato di tutto quello che gli avevo aggiunto nel corso della mia vita.

Secondo le mie conoscenze delle regole, essendo un giocatore di 21° Livello, ho diritto a questa richiesta... o almeno pensavo di averlo.

“Appello respinto!” Tuona quello che è il mio giudice, giuria, e boia nella vasta sala del giudizio grigia e vuota.

Processi come quello che sto subendo dovrebbero ammettere il pubblico in sala, ma anche questo diritto mi è stato negato. Sembra proprio che io avessi più ragione di quanto immaginassi in merito a quello che non funziona a dovere su Elysium. Ma oramai niente di tutto ciò ha più importanza.

"Inizierai a scontare la tua sentenza immediatamente!" Delibera l'imponente figura togata, mentre, con un bagliore rosso che gli infiamma il volto, batte ripetutamente sul pavimento la staffa della giustizia. Ed è così che mi viene portato via tutto, in un solo istante: la famiglia, gli amici, i rivali, la mia ragazza...

D'improvviso mi ritrovo in un posto nuovo, e non riesco a trattenere un urlo.

La punizione per il mio crimine sta iniziando piuttosto duramente. Sono appena stato condannato e il sistema giudiziario di Elysium mi ha già trasferito ai Campi del Lutto, insieme a quelli che sembrano essere molti altri criminali, sia uomini che donne. Questo è il posto dove finisce chi ha commesso grandi crimini o ha perso la vita su Elysium. Io, come tutti quelli che vedo attorno a me, sono stato spogliato ulteriormente: i nostri avatar sono ora completamente nudi con l'eccezione di un cronometro, fuso sui nostri polsi, che scandisce il conto alla rovescia.

Attorno a me echeggiano urla, si sentono grida strozzate e pianti di sofferenza, e io, a buon diritto, mi unisco al coro.

Il caldo in questo posto è asfissiante, straziante. Non ho mai sentito un caldo simile in tutta la mia vita virtuale: si abbatte su di noi come se l'inferno stesso ci soffiasse addosso il suo alito di fiamme. Intorno a me si stende un deserto giallo, di sabbia arsa, così caldo che l'aria sfavilla ai raggi di un sole talmente intenso da risultare accecante, appena si alza lo sguardo. L'aria rovente brucia i nostri polmoni, mentre il penetrante calore arrostisce la carne nuda dei nostri avatar, al punto che posso perfino sentire il rumore della mia carne che sfrigola. L'agonia è intensa, è molto peggio di qualunque cosa io abbia mai sperimentato prima, e, sicuramente, a livelli che non sono permessi nell' Elysium. I comandi non possono essere scollegati, come dovrebbe avvenire normalmente.

“Là, l'acqua, per favore!” Arriva questa implorazione da parte dei miei compagni trasgressori, compagni vittime.

A questo punto vediamo di fronte a noi, a pochi passi, un fiumiciattolo poco profondo. I miei compagni di sofferenza ed io arranchiamo immediatamente in quella direzione per raggiungere il conforto che quell'acqua potrà offrire ai nostri avatar condannati. Mi trattengo. Mentre gli altri si gettano a bere con avidità e in modo disperato quell'acqua, spruzzandola sui corpi fumanti, io vengo punito severamente per la mia reticenza. La sensazione di bruciore della mia gola peggiora ulteriormente al vedere la fresca acqua scorrere sotto i miei occhi, mentre mi accovaccio a quattro zampe, sento i gemiti e i sospiri di sollievo degli altri che bevono intorno a me. La mia schiena ora sembra essere in fiamme.

No! Che si fottano, che si fotta il Guardiano dell'Elysium! Non berrò una singola goccia di quell'acqua e non mi ci getterò, non importa quanto so che la assaporerei e non importa quanto io stia bruciando vivo. Non importa se la mia saliva si addenserà nella mia bocca, non importa se la mia carne si consumerà. Non voglio nessun falso conforto o falsa compassione da parte dei torturatori che si stanno prendendo gioco di noi.

Avvolto nel mio dolore, l'unica cosa che sento è il conto alla rovescia che ora invade la mia coscienza fluttuante. Il timer sul mio polso ticchetta come se una bomba stesse per esplodere, sempre più forte, sempre più forte. Mi è stato detto che, quando arriverà alla fine, sarò bandito in un mondo chiamato Terra e non posso fare nulla per interromperlo o rallentarlo, e neppure accelerarlo per fermare l'agonia che sto vivendo. È indistruttibile e fuso al polso del mio Avatar. Come gli altri, che ora sono immersi nelle acque, non posso far altro che aspettare qui, fino a che i nostri nuovi avatar, chiamati ‘corpi’, verranno creati. Non appena saranno pronti, saremo spediti dall'orbita e portati giù sulla Terra, la nostra nuova casa. Queste sono le uniche informazioni che ci sono state comunicate. Non mentirò. Il livello di terrore che mi ha invaso è pari solo al dolore che sento. L'orologio smette di ticchettare, ponendo fine alla mia agonia ma aumentando il terrore per tutto quello che mi attende. Il mio momento è arrivato…

Perdo conoscenza e tutto diventa nero.

Non riesco a capire quanto tempo stia passando. Non riesco più a percepire nulla, ma ciò significa anche che non sento neppure più il dolore dell'essere bruciato vivo, forse non è poi così male. Un brivido inizia a penetrare nella mia coscienza e poi una serie di sensazioni nuove, sconosciute. Apro gli occhi e mi ritrovo disteso su una superficie rigida e fredda ma sento che c'è qualcosa che non va in me. Qualcosa sta battendo velocemente e in modo intenso nel mio petto e ho una strana sensazione in testa, difficile da descrivere, di pesantezza fastidiosa, come se ci fossero pietre al suo interno. Credo di aver sentito parlare di qualcosa di simile da qualche parte, forse in un gioco con ambientazione storica. Sì, ho sentito dire che i corpi veri percepiscono le sensazioni e il dolore in modo molto differente da come li percepiamo noi nell' Elysium. Soffrono molto di più e vivono ogni altro stimolo in modo più profondo. Quella cosa che si trova nel mio petto deve essere il mio cuore che batte. Le pietre nel mio cranio devono essere quella cosa che viene chiamata "mal di testa". Non ne sono completamente sicuro, visto che è la prima volta che lo sperimento. Tutto intorno a me inizio a sentire dei gemiti.

Vedo qualche luce, anche se tremolante. Mi sollevo e resto in posizione seduta concentrato sull'ambiente che mi circonda. Si tratta di una stanza in un qualche genere di stile medioevale, pareti rivestite di pietra, fiocamente illuminate da candele disposte lungo le pareti. Riesco a capire da dove provengono i gemiti: molti altri si stanno svegliando attorno a me, e, esattamente come me, sono tutti vestiti con corte tuniche bianche. Questi "corpi" sono piuttosto simili tra loro per forma, dimensioni, e persino colore rispetto agli avatar che indossavamo un tempo in Elysium, anche solo volendo considerare i nostri avatar basici. Alcuni sono un po' più grandi, altri un po' più piccoli, tutti con incarnati che variano da toni pallidi a toni di pelle marrone chiaro, capelli che vanno dal bianco al nero, con una decisa prevalenza di marrone, rosso e biondo. Tutto questo non si avvicina nemmeno lontanamente alla vasta gamma di dimensioni e design che possono avere gli avatar.

Che cosa noiosa!

Il lato positivo è che nel gruppo ci sono anche alcune donne, che posso tranquillamente definire sexy. Ma, ora, non ho la più pallida idea di dove siamo finiti, vestiti di questi corpi che, mi accorgo, non sembrano essere scomodi solo per me.

Cerco di rimettermi in piedi e lo faccio in modo instabile. L'intero posto emana un'atmosfera di un'epoca primordiale e l'aria ha un odore umido e ammuffito. Non appartiene al mondo virtuale con cui ho familiarità, il mondo che conoscevo. Quando mi alzo in piedi il pavimento ruvido mi graffia la pelle. Non vedo nessun tipo di vitalità nemmeno nei miei compagni. Incontro lo sguardo di una delle donne in piedi vicino a me, ma è vuoto, confuso, come se dentro di lei non ci fosse nessuno.

È tutto qui? È questo il mondo reale in cui siamo destinati a vivere per il resto della nostra vita da ora in avanti?

Prima impressione? Questo posto fa schifo. E anche le persone, mi sa.

“Dove sono?” Chiede all'improvviso la bella e procace ragazza dai lunghi capelli neri in piedi accanto a me. Trema con le braccia strette al petto, mentre guarda se stessa e la camera che la circonda.

Altri sono più aggressivamente vocali, impauriti, preoccupati.

"Che posto è questo? Non ricordo come sono arrivato qui. Cosa sta succedendo? L'unica cosa che so è il mio nome!” Urla un uomo dall'altra parte della stanza. La sua voce riecheggia, rimbalzando sulle pareti.

"Non ricordo niente. L'ultima cosa che riesco a ricordare è che stavo bevendo ad un fiume”, dice una donna dal centro della folla.

Cosa? Non ricordano? Sono l'unico che ricorda? L'unico che ricorda Elysium, la condanna o la sentenza?

"Anche io ricordo di aver bevuto l'acqua di un fiume" concorda un altro.

Sempre più persone si svegliano e si alzano. Mi rendo conto che siamo in molti, forse una cinquantina. Sono tutti nello stesso stato di amnesia e l'unica cosa che ricordano è che si stavano abbeverando ad un fiume, che, ora capisco, deve essere stato il fiume Lethe. Ciò significa che tutte queste persone sono gli altri criminali, i criminali condannati i cui avatar erano con me nei Campi del Lutto. E i loro ricordi sono stati cancellati da quell'acqua. Diventa sempre più evidente che io potrei essere l'unico a ricordare la vita passata, la condanna criminale, Elysium, chi sono, chi ero. Mi rendo conto che dovrei tenermelo per me fino a quando non ne saprò di più. Non dovremmo ricordare chi siamo, da dove veniamo. Lo capisco adesso.

E questo mi riempie di terrore.

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